Le mandorle sono tra la frutta secca più amata e consumata al mondo, grazie al loro sapore delicato e alle molteplici proprietà benefiche. In questo articolo esploreremo le principali differenze tra le mandorle siciliane e quelle californiane e scopriremo le peculiarità che le distinguono in termini di origine, aspetto, metodi di coltivazione e proprietà nutrizionali.

Indice

Mandorle siciliane e mandorle californiane: dove vengono coltivate

Le mandorle in Italia sono principalmente coltivate nelle regioni meridionali, con la Sicilia che rappresenta la principale area di produzione. Particolarmente proficue in termini produttivi sono le province di Agrigento, Siracusa, Caltanissetta, Ragusa, Enna e Trapani. Oltre alla Sicilia, altre regioni italiane che contribuiscono alla coltivazione di mandorle sono la Puglia, la Calabria e la Sardegna.

Ormai quasi più di un secolo fa, l’Italia era il principale produttore mondiale di mandorle, primato che le è stato rubato dalla California, che è responsabile, ad oggi, dell’80% della produzione planetaria. 

Le mandorle californiane vengono coltivate principalmente nella Central Valley che si estende per circa 600 miglia (quasi 1000 chilometri) e include le seguenti principali aree di produzione: Sacramento Valley, nella parte settentrionale, e San Joaquin Valley situata, invece, nella parte meridionale, che è la più estesa area di produzione.

Le principali differenze tra mandorle siciliane e mandorle californiane

Le differenze tra mandorle siciliane e mandorle californiane sono molteplici e sostanziali e riguardano soprattutto: resa, irrigazione, sicurezza alimentare, uso di pesticidi e proprietà nutrizionali. Quelle che in apparenza potrebbero sembrare, infatti, semplici mandorle, tutte più o meno uguali, in realtà non lo sono affatto.

  • Resa

Per resa si intende il rapporto percentuale che intercorre tra guscio e seme.  

La mandorla siciliana è custodita in un guscio durissimo che rappresenta circa l’80% del suo peso complessivo. Nella mandorla californiana, invece, i rapporti si invertono ed è il seme a rappresentare all’incirca il 60-80% del peso complessivo. 

Si potrebbe pensare che un seme più pesante sia più denso di gusto e più nutriente, giusto? Ma in realtà non è proprio così.

  • Irrigazione

Il peso del seme californiano dipende dagli enormi quantitativi di acqua irrigua che vengono impiegati per la coltivazione delle mandorle: si parla di un consumo di 4 litri d’acqua per ogni seme (che pesa più o meno 1 grammo).

L’irrigazione intensiva ha un impatto importante anche sulla formazione del guscio, che a causa dell’eccesso d’acqua, si mantiene morbido e permeabile, caratteristiche che incidono molto sia sulla sicurezza alimentare del prodotto sia sulle sue proprietà organolettiche. 

Non è un caso, infatti, che la California sia diventata il primo produttore mondiale solo a seguito di importanti e innovativi sistemi di irrigazione che hanno permesso alle mandorle di crescere in maniera intensiva in un contesto ambientale non proprio favorevole. 

Per quanto riguarda le mandorle siciliane, invece, si può dire che esse, importate dall’Antica Grecia più di due millenni fa, sia siano perfettamente integrate col clima caldo e secco della Sicilia, nel corso dei secoli. Non hanno bisogno, infatti, di grandi quantitativi di acqua per crescere e si accontentano dell’acqua piovana e di qualche irrigazione di soccorso nelle annate davvero troppo secche e aride in cui incombe sull’isola lo spettro della più severa siccità. 

  • Sicurezza alimentare 

L’irrigazione forzata, il clima umido e il guscio tenero, hanno gravi conseguenze sulla sicurezza alimentare delle mandorle californiane. La permeabilità del guscio tenero le espone, infatti, al rischio di contaminazione da funghi e allo sviluppo di aflatossine, sostanze cancerogene anche a basse dosi.

Proprio in conseguenza a questa problematica, nel 2007, l’UE decise di bloccare le importazioni dagli Stati Uniti. In un secondo momento, però, per logiche legate al commercio internazionale, la Commissione Europea optò per innalzare la soglia di aflatossine ammessa nelle mandorle, da 4 a 10 microgrammi per kg, fregandosene del danno che queste possono arrecare all’organismo umano.  

Nel 2020, sempre relativamente alle mandorle californiane, la Spagna ha segnalato un carico di mandorle in arrivo dagli USA, contaminate da aflatossine B1, a livelli 7 volte superiori a quelli ammessi. 

Nelle mandorle siciliane il rischio di aflatossine è pressoché inesistente: il guscio è durissimo e impermeabile, il seme non è pieno d’acqua, perché le mandorle si sono completamente adattate al clima caldo e secco della Sicilia e oltretutto, prima di essere commercializzate le mandorle siciliane vengono lasciate ad “asciugarsi” sotto il caldo sole siciliano di fine agosto/inizio settembre. Tutte queste caratteristiche insieme azzerano la probabilità che si sviluppino nel seme funghi e sostanze cancerogene.

  • Uso di pesticidi

Un’altra cruciale differenza tra mandorle siciliane e mandorle californiane riguarda l’uso di pesticidi chimici.  

Gli immensi mandorleti della California sono trattati sistematicamente con enormi quantità di anticrittogamici e neonicotinoidi; i quali, oltre ad essere ovviamente dannosi per la salute dell’uomo, lo sono anche per la salute del pianeta. Essi provocano, infatti, ogni anno lo sterminio di oltre 50 miliardi di api, quelle stesse api che ogni anno vengono utilizzate per favorire l’impollinazione dei mandorli e che finiscono per morire avvelenate. 

L’esatto opposto avviene nei mandorleti siciliani, che in inverno vengono scelti dagli agricoltori per riparare le arnie delle loro api. 

  • Proprietà nutrizionali

L’irrigazione intensiva californiana ha un effetto negativo anche sulle proprietà nutrizionali delle mandorle. Il seme pieno d’acqua risulta possedere minori qualità organolettiche in termini di nutrienti benefici per la salute dell’organismo. Il seme siciliano più piccolo e asciutto risulta possedere un concentrato di gran lunga maggiore di vitamina E, polifenoli, potassio, magnesio, calcio etc. 

La minore quantità di nutrienti determina nelle mandorle californiane anche una differenza significativa nel gusto. Le mandorle californiane risultano nei fatti molto meno gustose, con un sapore meno intenso.

Perché le mandorle californiane costano di meno di quelle siciliane

Produzione e irrigazione intensiva, sfruttamento ambientale e genocidio di api da sole bastano a giustificare un costo più basso delle mandorle californiane. Ma il punto è: ha senso pagare di meno per avere un prodotto di qualità inferiore, nocivo per l’organismo? Ha senso acquistare delle mandorle per mangiare sano e, invece, ritrovarsi con un prodotto svuotato delle sue proprietà nutrizionali e tossico? In effetti, se ci si ferma a pensare non ha molto senso.

Come distinguere le mandorle siciliane da quelle californiane?

È possibile distinguere le mandorle siciliane da quelle californiane in due modi:

  1. Controllando bene le etichette e accertandosi che il luogo di produzione sia italiano, non solo quello di confezionamento. Molte volte i grandi marchi ingannano i consumatori con la dicitura “confezionato in Italia”, peccato che “confezionato in Italia” non significhi necessariamente “prodotto in Italia”. Quando si comprano le mandorle, quindi, bisogna accertarsi che siano realmente prodotte in Italia
  2. Guardandole attentamente. Le mandorle siciliane e quelle californiane si presentano esteticamente diverse. 

Differenze visive tra mandorle siciliane e mandorle californiane

Visivamente tra mandorle siciliane e mandorle californiane ci sono delle differenze evidenti. 

Le mandorle californiane tendono ad essere più grandi e uniformi nelle dimensioni, hanno una forma più regolare e allungata, con un aspetto più standardizzato (dovuto alla produzione su larga scala), si presentano con un colore generalmente più chiaro, con una tonalità marrone dorato omogenea e hanno una buccia solitamente più liscia e uniforme. 

Le mandorle siciliane, invece, sono generalmente più piccole e variano maggiormente nelle dimensioni. Questa variabilità è parte del loro fascino e della loro autenticità. Di conseguenza, la forma è meno regolare e spesso più arrotondata, riflettendo una coltivazione più tradizionale e meno standardizzata. Tendono ad avere un colore marrone più scuro e meno uniforme, con variazioni che dipendono dalla varietà specifica e dalle condizioni di crescita. La buccia si presenta spesso più sottile e può presentare una superficie leggermente ruvida.

Mangiare mandorle siciliane è una scelta d’amore

Alla fine di questo articolo è chiaro il perché si dovrebbe preferire esclusivamente il consumo di mandorle siciliane ed è sostanziale notare come, anche le nostre più piccole scelte di ogni giorno, quelle di comprare mandorle autoctone, italiane, possa incidere non solo sulla nostra salute, ma anche sulla salute dell’intero pianeta. 

Le coltivazioni intensive come abbiamo visto sono un grande rischio, sia per la sicurezza alimentare umana, sia per intere popolazioni ed ecosistemi. 

Le politiche internazionali tendono a proteggere il commercio più che la salute della terra e di chi ci vive, ma ogni singolo consumatore effettuando una scelta consapevole può fare la differenza. Risparmiare qualche euro, quanto può costarci in termini di salute e di cambiamento climatico?

È ovvio che la scelta migliore rimane sempre quella di consumare mandorle biologiche, che oltre ad essere al 100% genuine e benefiche per l’organismo umano, mandano avanti un’agricoltura sostenibile, in grado di salvaguardare il pianeta terra e i suoi preziosi equilibri. 

Noi, nel nostro piccolo, siamo fieri di prenderci cura dei nostri secolari mandorleti in maniera assolutamente naturale, sottostando ai comandamenti di madre natura e avendo preziosa cura della nostra terra e, conseguentemente, di tutte le specie viventi che ci abitano. La nostra agricoltura biologica è davvero una scelta d’amore.

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