Coltivare in modo biologico è un gesto di responsabilità, una prospettiva di futuro necessaria e impellente. Scopri i valori, le sfide e la bellezza nascosta di chi sceglie non la via più facile, ma sicuramente quella più giusta.
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Perché scegliere il biologico oggi
Nel mondo di oggi, sempre più persone si interessano all’alimentazione e vogliono mangiare in modo sano per vivere quanto più a lungo e in salute possibile. Ma l’attenzione via via crescente verso diete naturali, sane ed equilibrate fa nascere altre e spinose questioni: ma la frutta, la verdura, i cibi che mangiamo e che dovrebbero essere salutari per il nostro organismo: lo sono davvero? Ci fanno davvero bene? O piano piano ogni giorno avvelenano la terra che li nutre e noi che li consumiamo?
È proprio in questo contesto che il biologico non si configura più come un mercato di nicchia, ma come una risposta concreta a chi vuole veramente nutrirsi con cibi genuini, avendo a cuore di proteggere il futuro della terra e delle generazioni che verranno.
Diventare un’azienda agricola biologica, in quest’ottica, significa compiere non una scelta commerciale, ma una scelta etica, di responsabilità. Ma cosa comporta in termini concreti e quotidiani questa scelta per chi la compie?
Cosa significa essere un’azienda agricola biologica
Essere un’azienda agricola biologica significa produrre nel rispetto della natura, senza l’uso di pesticidi chimici, diserbanti o fertilizzanti sintetici, e rispettare rigorosi disciplinari europei. Ma significa anche avere una visione a lungo termine, che mette al centro la salute del suolo, delle persone e, di rimando, dell’intero ecosistema mondo.
Dietro a ogni prodotto biologico c’è un metodo produttivo controllato, ma anche una filosofia di vita: rigenerare, non sfruttare. Prendersi cura della terra, non dominarla e sfiancarla.
I benefici del biologico per l’ambiente e la salute
È curioso rendersi conto di come, una cosa che avrebbe dovuto essere scontata e normale, ovvero prendersi cura della terra in maniera naturale per preservarla nel tempo in un’ottica di futuro e sopravvivenza, sia invece diventata di nicchia, una scelta coraggiosa e addirittura fuori dagli schemi. Ci sembra assurdo anche solo doverlo ricordare, ma il biologico ha degli immensi benefici sulla salute e sull’ambiente, semplicemente perché rispetta la natura.
Per quanto riguarda il pianeta, l’agricoltura biologica:
- Migliora la fertilità del suolo grazie alla rotazione delle colture e al compost naturale;
- Protegge la biodiversità (insetti, api, flora e fauna locali);
- Riduce l’inquinamento delle acque e delle falde acquifere;
- Abbassa l’impronta carbonica: meno energia per produrre pesticidi e fertilizzanti;
- Rispetta i tempi naturali di crescita delle piante, favorendo lo sviluppo di preziosi nutrienti.
Per quel che concerne la salute dell’uomo, invece:
- Elimina l’assunzione indiretta di residui chimici che avvelenano l’organismo e lo ammalano;
- Favorisce l’assunzione di nutrienti preziosi, come antiossidanti, vitamine e altri composti benefici.
Requisiti per diventare un’azienda agricola biologica
Diventare un’azienda agricola biologica certificata non è una semplice dichiarazione d’intenti: è un percorso rigorosamente normato, che richiede impegno costante, trasparenza e pazienza. La certificazione biologica è regolata da normative europee (Reg. UE 2018/848) e prevede una serie di requisiti fondamentali:
- Conversione del terreno (periodo di transizione)
Prima di essere ufficialmente riconosciuta come biologica, un’azienda deve affrontare un periodo di conversione della durata di: 2 anni per colture annuali (es. ortaggi, cereali), 3 anni per colture perenni (es. vigneti, oliveti, frutteti).
Durante questo periodo, è vietato utilizzare prodotti chimici di sintesi e l’azienda deve già adottare le pratiche del biologico pur non potendo ancora vendere i suoi prodotti come “bio”. - Controlli e certificazione da parte di enti accreditati.
Ogni azienda deve essere iscritta presso un ente certificatore autorizzato, che effettua:
– Ispezioni annuali obbligatorie (annunciate o a sorpresa)
– Controlli documentali e analitici su campioni di prodotto e suolo
– Verifica della conformità alle normative UE
Solo dopo la verifica completa viene rilasciato il certificato biologico, che va rinnovato con cadenza annuale. - Registri aziendali dettagliati
L’agricoltore biologico è tenuto a documentare ogni attività colturale attraverso registri ufficiali, tra cui:
– Input utilizzati (es. concimi, trattamenti naturali)
– Date di semina, raccolta, lavorazioni
– Movimentazioni di materie prime e prodotti
Questa tracciabilità serve a garantire la totale trasparenza verso il consumatore e verso l’ente di controllo. - Tracciabilità dei prodotti lungo tutta la filiera
Ogni prodotto biologico deve essere rintracciabile dalla terra alla tavola, ovvero deve esserci coerenza tra quantità prodotta e venduta, tutti i passaggi (trasformazione, confezionamento, etichettatura) devono essere registrati e, qualora ci si affidi a terzi, (es. un laboratorio esterno), anche questi soggetti devono essere certificati. - Formazione continua e aggiornamento normativo
L’agricoltura biologica non è statica: le norme cambiano, così come le tecniche. Chi produce bio deve:
– Aggiornarsi su tecniche agronomiche sostenibili
– Conoscere i disciplinari regionali o specifici per filiera
– Partecipare, ove possibile, a corsi, seminari e reti di agricoltori bio
Essere un’azienda agricola biologica certificata, quindi, richiede un certo impegno ed è una scelta che prima di tutto si fa con il cuore perché, se si facesse con la testa, sarebbe più logico rifarsi a guadagni più facili e meno impegnativi.
Le sfide e le difficoltà del biologico
Spesso sentiamo dire che “il biologico è solo un business”; un business sconveniente ci verrebbe da dire, perché oltre a tutti gli adempimenti tecnici e burocratici di cui bisogna occuparsi, ci sono delle difficoltà reali che, non di rado, vengono ignorate o sottovalutate dal consumatore:
- Produzione più limitata: senza l’uso di fertilizzanti chimici o pesticidi di sintesi, le rese delle colture biologiche sono naturalmente inferiori rispetto a quelle dell’agricoltura convenzionale. Le piante crescono secondo ritmi biologici, con meno forzature. Questo si traduce in raccolti meno abbondanti e più variabili da un anno all’altro.
- Sensibilità alle condizioni climatiche: il biologico è più esposto alle intemperie. Siccità, grandinate, piogge abbondanti o cambiamenti stagionali possono compromettere facilmente un’intera produzione. Dove l’agricoltura convenzionale interviene con la chimica, il biologico risponde con tecniche naturali meno invasive, ma anche meno immediate ed efficaci.
- Maggiori costi di manodopera: molte operazioni nel biologico — come il diserbo, la potatura o il controllo delle infestanti — devono essere svolte manualmente o con macchinari più lenti e specifici, aumentando tempi e costi. L’assenza di scorciatoie chimiche rende il lavoro più intenso, ma anche più attento e consapevole.
- Pressione del mercato e prezzi “ingiusti”: i prodotti biologici hanno spesso costi più alti di produzione, ma devono competere con il convenzionale sugli scaffali. Molti consumatori non comprendono il valore reale del biologico e si lasciano guidare solo dal prezzo, mettendo le aziende bio sotto pressione economica costante.
Biologico: una scelta di responsabilità, non una moda
Essere un’azienda agricola biologica oggi significa molto di più che mettere un’etichetta verde sul prodotto. È una scelta quotidiana di coerenza, cura e responsabilità verso la terra, verso chi consuma e verso le future generazioni. In un mondo dove tutto va veloce, il biologico ci ricorda che la qualità richiede tempo, impegno e rispetto e chi lavora secondo questi principi merita non solo fiducia, ma anche riconoscimento e sostegno.
Noi dell’azienda agricola biologica Convicinum abbiamo deciso di dedicare la nostra vita a questo progetto e a partire dalle terre di nostro nonno portiamo avanti l’idea di un mondo equilibrato, sano, naturale dove al centro è la cura del presente e la visione di un domani migliore per chi c’è e per chi verrà. Sogniamo un mondo dove il cibo non sia veleno, ma nutrimento e lavoriamo ogni giorno per costruirlo, un pezzo alla volta.